Un progetto nato tra le fila del Consorzio di Tutela dei vini della regione, che è diventato un contenitore di cultura ed enogastronomia volto alla rivalorizzazione del territorio a 360 gradi.

“Percorsi è nato un anno fa, quando abbiamo sentito la necessità di censirci, poi ha preso il volo”. E’ una piccola anticipazione che Valentina Di Camillo, produttrice della “Tenuta I Fauri” e membro del Consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela Vini d’Abruzzo dà di un progetto innovativo. Una web app pensata per creare itinerari turistici integrati che coinvolgano tutto il territorio regionale.

Percorsi – l’Abruzzo del vino e della cultura è il nome del progetto, ma soprattutto un claim promozionale molto chiaro, anche abbastanza didascalico, che mette subito in tavola quella che è l’aspirazione e l’obiettivo di questo gruppo di viticoltori che si sono votati al turismo: mettere il territorio a disposizione delle persone, “creare uno strumento che potesse essere utile non tanto a noi, come censimento, ma soprattutto a tutti coloro che vogliono visitare la nostra terra”. Racconta Valentina Di Camillo, come il sito – che ancora non è detto in futuro diventi un’app vera e propria – sia nato dopo aggiustamenti, lotte e timori e sia partito da “un eccesso di democrazia.

In Consorzio quando chiamavano turisti in cerca di un’indicazione su una cantina piuttosto che un’altra, avevamo sempre delle difficoltà”, la sensazione di favorire un associato rispetto a un altro semplicemente a causa della sua vicinanza – ad esempio -, al Massiccio del Gran Sasso oppure alla bellissima Costa dei Trabocchi. Il risultato è “un grande contenitore telematico in cui riunire tutte le anime, dalle vette innevate a vocazione sciistica alle colline, passando per il mare, di questa regione in cui “di progettazione turistica si parla ancora poco e c’è tantissimo da fare”.

Dalla fortezza di Civitella del Tronto alle Gole di San Martino, passando per eremi, chiese, paesaggi di vario tipo. Attualmente i percorsi “prestabiliti” presenti sul sito sono 10. “Alla scoperta della costa dei Trabocchi”, già citato, ma anche “Chieti città d’arte“, “Gli eremi d’Abruzzo“, “Il Pescara dal mare alle sorgenti” e molto altro in un piccolo tesoretto di idee e spunti che possono portare per mano lungo un territorio realmente ancora sconosciuto e particolarmente affascinante proprio per questo. Seppur per ammissione stessa degli ideatori ancora embrionale ( “abbiamo iniziato con una prima batteria di dieci itinerari, ma ne prepareremo altri in futuro”, racconta Valentina Di Camillo), il sistema sembra già molto funzionale e ben calibrato, con il sistema di geolocalizzazione che stabilisce quanto sei distante dal punto di inizio del percorso scelto e ti segue man mano che avanzi lungo la strada. Anche nel caso si tratti di un percorso “che il fruitore del sito ha creato da solo, utilizzando l’apposita funzionalità”.  La capacità della web app di non creare un itinerario da guida cartacea, prestabilito, ma di essere interattiva e soprattutto integrata a 360° tenendo conto di tutte le realtà territoriali è, potenzialmente, il suo vero punto di forza. E la sua novità.

“Non abbiamo voluto escludere dalla nostra idea, dal progetto Percorsi, i territori abruzzesi che non sono a vocazione vinicola”, spiega la Di Camillo “e abbiamo avuto la fortuna di essere non solo seguiti e appoggiati dal nostro Presidente, ma di aver trovato in lui qualcuno che spingesse sull’acceleratore del versante culturale della nostra creatura telematica”. Per ogni tappa – costituita da un punto di interessa culturale – il visitatore ha la possibilità di scegliere, tramite un’iconografia intuitiva, se spostarsi su un punto di interesse legato alla viticoltura o alla gastronomia, e di vedere per ogni luogo indicato tutte le informazioni utili. Gli orari di apertura, ma anche – per le cantine – la possibilità di pernottare o fermarsi a mangiare qualcosa. Il tutto tarato, “su una distanza di 20 km dal punto dell’itinerario dove si trova l’utilizzatore della web app, ma si possono cambiare i parametri molto facilmente”, spiega la Di Camillo, sottolineando fiera come nonostante Percorsi sia “una creatura che nasce dal vino, inevitabilmente, non guarda solo a quello”.  A riprova non solo gli itinerari che guardano a territori lontani dal terreno vitato. Risultano forse anche più interessanti quelle tappe, all’interno di un percorso lungo come può essere “L’Abruzzo delle origini: storia e cultura”, che – a riprova di un’onestà di fondo – consigliano un ristorante “in più” o la prossima tappa di interesse storico, piuttosto che una cantina troppo lontana o fuori contesto.

“Il lavoro per permettere questo risultato è stato intenso” continua Valentina “ma ha permesso a noi stessi di ristudiare la nostra regione e di scoprire angoli di Abruzzo del tutto sconosciuti a noi stessi” e il piacere “di un Turismo lento, di cui si parla troppo poco, ma che è importante”, in particolar modo per “regioni come la nostra, che si sono conservate molto bene e che hanno ampii tratti percorribili a piedi, e a volte fruibili solo così”. Uno sguardo quindi ai grandi parchi “di quella che è la regione verde d’Europa”, che gli ideatori di Percorsi vorrebbero inglobare in un prossimo futuro, “in quanto sono perfettamente organizzati,” e a tutte quegli angoli di regione di nicchia, che restano in ombra a causa di protagonisti turistici ingombranti, come le organizzatissime piste da sci del comprensorio di Roccaraso, o le spiagge delle Riviera adriatica. “Questo tipo di turismo di riscoperta, votato alla tranquillità, è inoltre a noi il più caro in quanto il più vicino agli interessi e ai tempi dell’enogastronomia”, che non richiede corse, ma “volontà di approfondire, di curiosare, di assaggiare”. E ovviamente di bere.

ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO REPUBBLICA